La green economy può aiutare l’Italia ad uscire dalla crisi economica? Secondo Consiglio nazionale della Green Economy sì.
Il Consiglio – durante la prima giornata degli Stati Generali della Green Economy, l’appuntamento annuale nell’ambito della fiera Ecomondo di Rimini – ha presentato un pacchetto di misure innovative nella green economy, per far ripartire l’economia e al tempo stesso dare una risposta alla crisi climatica. Sfruttando gli aiuti dell’Unione europea per la pandemia.
Le proposte
Per l’energia e il clima, il pacchetto propone di indirizzare i finanziamenti europei verso idrogeno verde, decarbonizzazione, fonti rinnovabili di energia, miglioramenti dell’efficienza energetica. Di prorogare l’ecobonus 110% fino al 2024. Di applicare criteri climatici stringenti per indirizzare gli investimenti. E di introdurre una graduale carbon tax.
Sul piano dell’economia circolare – la cui importanza è emersa forse solo in questo periodo – il pacchetto propone di aumentare i finanziamenti del Piano transizione 4.0, prorogando per un quinquennio le misure di sostegno agli investimenti, raddoppiando la misura degli incentivi e il limite degli investimenti agevolabili. L’obiettivo è favorire la progettazione di prodotti che durino più a lungo e siano concepiti per essere riutilizzati, riparati o sottoposti a procedimenti di riciclo.
Rientra nel pacchetto un programma di rigenerazione urbana che recuperi e valorizzi aree degradate e edifici dismessi e aumenti le infrastrutture verdi.
Ovviamente non sono stati dimenticati il trasporto pubblico, la sharing mobility, le piste ciclabili. La proposta è di far scendere al 2030 il tasso di motorizzazione privato italiano al di sotto di 500 auto per 1.000 abitanti. Di estendere gli incentivi all’elettrificazione. E di raggiungere entro il 2030 la quota del 25% dei consumi di energia prodotta da fonti rinnovabili nel settore dei trasporti.
Per l’agroalimentare, il Consiglio propone di incentivare la diffusione delle produzioni agricole basate sui principi dell’agroecologia e le pratiche di riciclo nella trasformazione alimentare.
La green economy in Italia oggi
Qual è la situazione della green economy in Italia? Lo ha spiegato dettagliatamente Edo Ronchi.
Il primo semestre del 2020 è stato caratterizzato da un calo della domanda energetica senza precedenti, che si è tradotto anche in una sensibile riduzione delle emissioni di gas serra. Nel primo semestre 2020 sono diminuite del 17% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Le rinnovabili sono state le uniche fonti energetiche che hanno continuato a crescere, con un più 3% nel primo semestre di quest’anno. Nonostante ciò, preoccupa il calo degli investimenti nel 2020 in nuovi impianti fotovoltaici ed eolici.
Nella produzione dei rifiuti speciali, si stima un calo del 25% nel 2020 rispetto all’anno precedente. La produzione di rifiuti urbani ha avuto una flessione minore (tra il 10 e il 14%).
Si sono registrate notevoli difficoltà nel riciclo, per la riduzione delle attività degli impianti, ma soprattutto per l’abbassamento dei prezzi e la carenza di sbocchi di mercato delle materie prime seconde.
L’agroalimentare di qualità ha sofferto per il calo dell’export e il blocco della ristorazione e del turismo. Nel 2020 si prevede una contrazione degli acquisti agroalimentari di circa 24 miliardi di euro.
Per la mobilità ci sono stati cali notevoli nel trasporto pubblico urbano e ferroviario, ma anche nella sharing mobility. Sono invece aumentate le vendite di biciclette e di auto elettriche, e ad aprile c’è stato un vero e proprio boom di acquisti: 12,1% del totale venduto.
Sul versante delle Green City, i progetti di rigenerazione urbana hanno subito rallentamenti.
Perchè è importante puntare sulla green economy?
Perchè ormai è chiaro il rapporto tra la pandemia e il deterioramento degli ecosistemi. Abbiamo danneggiato il mondo e adesso è il mondo che danneggerà noi. Ed è necessario un cambiamento immediato. Perchè il Covid – 19 potrebbe essere solo una delle tante pandemie e non essere l’ultima. Bisogna agire, prima che ne arrivi un’altra, magari ancora più pericolosa per l’uomo.
Ecco perchè la green economy può aiutare l’Italia – e non solo – ad uscire dalla crisi economica ed a prevenirne un’altra sanitaria.
“La sfida più grande è quella contro i cambiamenti climatici perché riguarda soprattutto le future generazioni”, afferma il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Per uscire dalla crisi del Covid – 19 e per raggiungere una nuova normalità che sia duratura occorre mettere in campo azioni concrete e immediate, che il governo sta assumendo. Dalla transizione energetica a nuovi modelli di mobilità, dal sostegno alle imprese verdi alla lotta al dissesto idrogeologico e alla valorizzazione del patrimonio naturale, dalla riforma fiscale in chiave green fino alla de carbonizzazione dell’economia. Il paradigma dell’economia dovrà essere l’architrave di questo processo“.
Non a caso, puntare sugli investimenti nella green economy è uno degli assi strategici su cui il governo sta lavorando per indirizzare i finanziamenti europei del Recovery Fund.
La green economy per la società
Ci ha pensato sondaggio promosso da A Bird’s Eye View – società di consulenza globale che si occupa di strategie finalizzate a costruire modelli di business differenziati, sostenibili e con impatto ambientale – a far comprendere quanto ormai sia radicata nella popolazione di tutto il mondo la convinzione che puntare sulla green economy sia necessario. Il sondaggio ha coinvolto 1.000 persone in 7 Paesi: Regno Unito, Francia, Italia, Cile, Perù, Indonesia e Nigeria.
Più del 90% delle persone appartenenti ai diversi Paesi e alle diverse culture ritiene che la ripresa debba tenere conto delle questioni ambientali e sociali, oltre che economiche. Ed è proprio così.
Sembra ormai evidente per la maggior parte della popolazione che la green economy possa e debba aiutare l’Italia e gli altri paesi ad uscire dalla crisi economica data dalla pandemia.
Del resto, come ha affermato Edo Ronchi:
“Il Green Deal si conferma la via per una più duratura ripresa in Italia, perché valorizza al meglio le sue potenzialità e in questa direzione dovrebbero essere utilizzati i fondi di Next Generation Eu, per arrivare alla neutralità carbonica entro il 2050 ed evitare così che, dopo la crisi epidemica da Covid 19, si debba affrontare un’altra crisi globale, quella del cambiamento climatico”.
Anna Gaia Cavallo