Il quindicesimo obiettivo (Goal 15) dell’Agenda 2030 dell’ONU mira a proteggere, ripristinare e favorire in modo del tutto sostenibile l’intero ecosistema terrestre. Tenere a cuore la vita sulla terra significa in concreto essere rispettosi delle foreste, fermare la desertificazione e il degrado del territorio, salvaguardare la biodiversità.
Le risorse naturali hanno subito, dagli anni ’50 ad oggi, un declino senza precedenti. Troppe, come abbiamo più volte sottolineato, sono ormai le specie che rischiano l’estinzione. Un ecosistema è prezioso quanto più è ricca e sana la varietà di specie che lo compongono. Per tale motivo sono importanti i tre elementi presi in considerazione dal Goal 15: foreste, territorio, biodiversità.
Fatti e cifre
- Foreste
- Approssimativamente 1,6 miliardi di persone dipendono dalle foreste per il loro sostentamento. Questo numero include circa 70 milioni di individui presso le popolazioni indigene
- Le foreste costituiscono l’habitat di oltre l’80 per cento di tutte le specie terrestri di animali, piante ed insetti.
- Desertificazione
- 2,6 miliardi di persone dipendono direttamente dall’agricoltura, ma il 52% del terreno utilizzato per l’agricoltura è moderatamente o gravemente affetto da deterioramento del suolo
- A partire dal 2008, il deterioramento del suolo ha prodotto un impatto su 1,5 miliardi di persone a livello globale
- La perdita stimata di terreno arabile corrisponde a 30-35 volte in più rispetto al tasso storico
- A causa della siccità e della desertificazione, vengono persi 12 milioni di ettari ogni anno (23 ettari al minuto), terreni dove potenzialmente avrebbero potuto essere coltivate 20 milioni di tonnellate di cereali
- Il 74% dei poveri nel mondo sono direttamente colpiti dal deterioramento dei suoli.
- Biodiversità
- Delle 8.300 specie di animali conosciute, un 8 per cento si è estinto e un 22% è a rischio estinzione
- Delle oltre 80.000 specie di alberi, meno dell’1% di essi è stato studiato per un potenziale utilizzo
- Il pesce fornisce il 20 per cento di proteine animali a circa 3 miliardi di persone. Dieci specie da sole offrono circa il 30% di pescato in mare per le industrie ittiche, e dieci specie contribuiscono circa al 50% della produzione derivante dall’acquacoltura
- Oltre l’80% dell’alimentazione umana deriva dalle piante. Tre colture cerealicole da sole– riso, mais e grano – forniscono il 60% dell’apporto calorico
- L’80% delle persone che vivono in zone rurali nei Paesi in via di sviluppo si affida a medicine tradizionali a base di piante, per le cure di base
- I microrganismi e gli invertebrati sono essenziali per gli ecosistemi, ma il loro contributo resta ancora scarsamente noto e raramente riconosciuto.
Target
15.1 Entro il 2020, garantire la conservazione, il ripristino e l’utilizzo sostenibile degli ecosistemi di acqua dolce terrestri e dell’entroterra nonché dei loro servizi, in modo particolare delle foreste, delle paludi, delle montagne e delle zone aride, in linea con gli obblighi derivanti dagli accordi internazionali
15.2 Entro il 2020, promuovere una gestione sostenibile di tutti i tipi di foreste, arrestare la deforestazione, ripristinare le foreste degradate e aumentare ovunque, in modo significativo, la riforestazione e il rimboschimento
15.3 Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare le terre degradate, comprese quelle colpite da desertificazione, siccità e inondazioni, e battersi per ottenere un mondo privo di degrado del suolo
15.4 Entro il 2030, garantire la conservazione degli ecosistemi montuosi, incluse le loro biodiversità, al fine di migliorarne la capacità di produrre benefici essenziali per uno sviluppo sostenibile
15.5 Intraprendere azioni efficaci ed immediate per ridurre il degrado degli ambienti naturali, arrestare la distruzione della biodiversità e, entro il 2020, proteggere le specie a rischio di estinzione
15.6 Promuovere una distribuzione equa e giusta dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e promuovere un equo accesso a tali risorse, come concordato a livello internazionale
15.7 Agire per porre fine al bracconaggio e al traffico delle specie protette di flora e fauna e combattere il commercio illegale di specie selvatiche
15.8 Entro il 2020, introdurre misure per prevenire l’introduzione di specie diverse ed invasive nonché ridurre in maniera sostanziale il loro impatto sugli ecosistemi terrestri e acquatici e controllare o debellare le specie prioritarie
15.9 Entro il 2020, integrare i principi di ecosistema e biodiversità nei progetti nazionali e locali, nei processi di sviluppo e nelle strategie e nei resoconti per la riduzione della povertà
15.a Mobilitare e incrementare in maniera significativa le risorse economiche da ogni fonte per preservare e usare in maniera sostenibile la biodiversità e gli ecosistemi
15.b Mobilitare risorse significative da ogni fonte e a tutti i livelli per finanziare la gestione sostenibile delle foreste e fornire incentivi adeguati ai paesi in via di sviluppo perché possano migliorare tale gestione e per la conservazione e la riforestazione
15.c Rafforzare il sostegno globale per combattere il bracconaggio e il traffico illegale delle specie protette, anche incrementando la capacità delle comunità locali ad utilizzare mezzi di sussistenza sostenibili
Gli indicatori utilizzati
L’ASviS ha introdotto una serie di strumenti statistici, analitici, originali e innovativi per monitorare gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Oltre ad un database – con le serie storiche di tutti gli indicatori selezionati dall’ONU e resi noti dall’Istat – sono stati presentati anche degli indicatori compositi relativi ai singoli SDGs.
Si tiene in considerazione una prospettiva temporale, al fine di fornire una misura sintetica e di facile lettura del percorso di avvicinamento – o di allontanamento – agli stessi.
Vista la disponibilità di indicatori elementari e i criteri di selezione adottati, è stato possibile costruire un indicatore composito per 14 Obiettivi su 17, mentre per i Goal 13, 15 e 17 si è deciso di utilizzare un singolo indicatore “headline”.
Pertanto l’indicatore composito relativo al Goal 15 è stato costruito sulla base dell’indice di abusivismo edilizio.
L’impatto della crisi causata dal Covid – 19 sul Goal 15
Il blocco della circolazione e delle attività produttive – durante il lockdown – potrebbe a lungo termine avere effetti benefici sulla biodiversità. Non si prevede, invece, nessun impatto positivo sulla copertura e sulla frammentazione del suolo.
La percentuale di foreste sulla superficie totale è diminuita dal 31,9% del 2000 al 31,2% nel 2020, con una perdita netta di quasi 100 milioni di ettari.
Dal 1990 ad oggi, l’uomo ha distrutto 178 milioni di ettari di foreste. Un’area – in termini di grandezza – pari a quella della Libia.
Secondo il “Rapporto dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura” – FAO – “The global forest resources assessment 2020”, il tasso di perdita netta delle foreste è comunque diminuito nel corso degli anni, grazie a una riduzione della deforestazione in alcuni Paesi. E in virtù di un rimboschimento e allargamento delle zone protette.
La situazione attuale nel mondo
Secondo il “Sustainable Development Knowledge Platform” (ONU) a livello globale, per quanto concerne il Goal 15, ci sono alcune tendenze davvero molto incoraggianti sia per la protezione degli ecosistemi terrestri e sia per la biodiversità.
Molti Paesi stanno infatti adottando misure per conservare, ripristinare ed essere infine quanto più sostenibili nei riguardi delle risorse naturali.
Mentre la perdita di foreste sta rallentando, la protezione delle aree chiave per la biodiversità è salita notevolmente. La vegetazione delle aree montane si è estesa e maggiori investimenti promuoveranno la protezione della biodiversità.
Non a caso, a livello istituzionale sono ben 144 i Paesi nel mondo che hanno ratificato il “Trattato internazionale sulle risorse genetiche vegetali per l’alimentazione e l’agricoltura”. 96 Nazioni, invece, hanno confermato il “Protocollo di Nagoya” relativo all’accesso delle risorse genetiche.
La situazione attuale in Europa
L’indice composito mostra un forte peggioramento – causato dalla crescita della copertura artificiale del suolo – che secondo il sistema di monitoraggio “Copernicus”, nel 2015 rappresentava l’1,8% del territorio europeo.
L’unico indicatore in controtendenza è quello relativo alla copertura forestale, che – dal 2015 al 2018 – è passato dal 41,9% al 42,1%.
Inoltre, ad eccezione del Lussemburgo, tutti gli Stati europei hanno registrato variazioni negative tra il 2010 e il 2018.
La situazione attuale in Italia
L’Italia è decisamente in ritardo sul raggiungimento del Goal 15.
Negli ultimi tempi si è evidenziato un netto peggioramento della situazione relativa all’ambiente naturale. Soprattutto a causa dell’eccessivo consumo di suolo e della frammentazione del territorio (in particolar modo in Nord Italia).
Anche i dati sull’abusivismo edilizio hanno messo in evidenza la gravità della situazione.
Lo sfruttamento incessante del territorio sembra non essersi placato. E si aggiunge, quindi, al dissesto ambientale causato da siccità, incendi e alluvioni.
Anche la tutela delle aree protette vivono nell’incertezza: in l’Italia varie specie animali e vegetali rientrano attualmente nella lista rossa del WWF.
Un trend tendenzialmente negativo per il Goal 15 e che, ci auguriamo possa avere riscontri positivi nel tempo.
Fonte: rapporto AsVis 2020