venerdì , 22 Settembre 2023
Fonte: dati.camera.it

Si festeggia oggi il centenario di Antonio Cederna, giornalista ambientalista italiano

Antonio Cederna fu un giornalista, ambientalista, politico e intellettuale italiano. Sono numerose le cause che ha sposato in nome della salvaguardia del nostro paesaggio, in particolare quello romano vessato da speculazioni e indifferenza di ogni tipo. 

Nello specifico, Cederna, nella sua intensa e folta attività giornalistica, condusse molte battaglie per la salvaguardia di litorali, fiumi e boschi, da nord a sud dell’Italia. Perché gli apparve da subito ben chiaro quanto fosse necessario difendere il suolo da progetti urbanistici scelerati. 

Scopriamo insieme la sua attività.

La storia 

Nel 1943, sfuggì alla chiamata alle armi dell’esercito della Repubblica di Salò, rifugiandosi in Svizzera, dove venne poi arrestato e internato nel campo di Büren an der Aare, nel Canton Berna. Nel 1945, per fortuna, riuscì a tornare in Italia. 

Qui e precisamente a Pavia conseguì la laurea in Archeologia classica e nella Capitale il diploma alla scuola di perfezionamento. Non molto tempo dopo abbandonò completamente l’archeologia per dedicarsi totalmente alla stampa. Grazie alla quale promosse numerose campagne di sensibilizzazione inerenti alla salvaguardia del territorio, del patrimonio naturale e culturale italiano.

L’attivismo dagli anni Sessanta 

L’attività giornalista insieme all’attivismo si concretizzò tra gli anni Sessanta e gli anni Ottanta. In un periodo in cui l’assalto ai territori si stava via via intensificando, Cederna difese a spada tratta le coste dalla speculazione edilizia che a quei tempi minacciarono Punta Ala, Portofino e la Versilia, i Campi Flegrei, la Costiera Amalfitana e Sorrentina, Arzachena e la costa Smeralda.

Non solo, come accennato prima, il giornalista si interessò anche d’inquinamento e sfruttamento intensivo di laghi e fiumi: l’Adda e il Po, il lago di Tovel e il lago d’Averno. In generale fu molto sensibile per quanto riguarda la difesa dei paesaggi alpini e delle aree interne.

La costruzione di strade e autostrade e di cementifici vari, vennero denunciate senza riserva, soprattutto, nei pressi di aree di pregio paesaggistico. Perché? Perché, secondo Antonio Cederna privarono ai tanti territori in questione elementi naturali distintivi, creando di conseguenza le premesse per dare vita a piccoli e grandi disastri ambientali. Dunque, visti i tempi storici, possiamo considerarlo un vero e proprio visionario.

Un visionario 

Decenni prima che l’Ispra iniziasse a restituire dati sull’impermeabilizzazione dei suoli, Cederna già si accorse che qualcosa non andasse per il verso giusto. Il giornalista, infatti, pose all’attenzione dell’opinione pubblica la legge sul consumo di suolo, da anni motivo di dibattito nelle aule parlamentari senza nessuna approvazione.

Dal dicembre 2012, ad oggi si sono succedute 12 proposte di legge, compreso il Ddl 164, presentato nel 2018 dal Forum Italiano dei Movimenti per la Terra ed il Paesaggio; proposte che, in generale, pur avendo creato molto dibattito, non sono mai diventate legge.

Per comprendere l’acume intellettuale e visionario di Cederna, basti pensare a quanto scrisse nel 1984 su “L’Espresso”:

“Secondo calcoli attendibili entro l’anno 2100 tutta l’Italia sarà consumata e finita, non ci sarà più un metro quadrato che non sia cementificato e asfaltato. È una proiezione basata su quel che è successo fin qui: nell’ultimo ventennio milioni di ettari di terreno agricolo (un decimo dell’Italia) sono stati sommersi da case, strade, industrie, discariche, cave, eccetera, pari a un consumo annuo di territorio dello 0,5-0, 7%. Già il 50% del suolo risulta impermeabilizzato, e non è più in grado di assorbire le piogge; frane e alluvioni si succedono ogni tre mesi e ci costano 3.000 miliardi l’anno: ma non abbiamo ancora la legge che prevenga il dissesto idrogeologico”.

Testimonianza del suo operato fu anche l’adesione a Italia Nostra, Associazione Nazionale per la tutela del patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione.

Italia Nostra 

Oggi molto attiva anche sul territorio salernitano, l’atto di nascita di Italia Nostra risale al 1955. Riconosciuta poi con decreto presidenziale nel 1958, è una delle più antiche associazioni ambientaliste italiane, con sede nella zona Parioli di Roma.

Italia Nostra fu fondata per una campagna settoriale e territorialmente limitata contro lo sventramento di un isolato nel centro storico di Roma, nei pressi di Piazza Augusto Imperatore. Ben presto, però, allargò il suo campo di attività a tutto il territorio nazionale.

All’epoca la sensibilità verso i temi di salvaguardia artistica e ambientale venne completamente appoggiata da un gruppo di intellettuali, quali: Elena Croce, Desideria Pasolini dall’Onda, Umberto Zanotti Bianco, Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Luigi Magnani e Hubert Howard e lo stesso Antonio Cederna, di cui fu consigliere nazionale, presidente della Sezione Romana e socio onorario.

L’obiettivo dell’associazione è sempre stato quello di dare rilievo all’articolo 9 della Costituzione. In cui si afferma che la Repubblica italiana debba tutelare il patrimonio storico, artistico e naturale della Nazione. Le azioni di Italia Nostra spaziano da iniziative culturali ad azioni legali, da proposte di legge a promozioni editoriali; da raccolte di firme a restauri e gestioni dirette di parchi e beni culturali.

Stamattina, Italia Nostra, ha organizzato una diretta dal Complesso di Capo di Bove – Parco Archeologico dell’Appia Antica (Roma) per festeggiare i 100 anni dalla nascita di Antonio Cederna.  All’evento hanno presenziato anche il figlio Giulio Cederna e Annalisa Cipriani, Consigliere della Sezione di Roma. 

A quel maestro sinceramente rivoluzionario e visionario, l’ambientalismo tutto deve tanto. 

Margherita Parascandalo

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