La connessione tra il cambiamento climatico e i prodotti che acquistiamo è un problema scientificamente provato e non preso, ancora, sul serio. In questo periodo, poi, gli acquisti di Natale contribuiscono ulteriormente al riscaldamento globale.
Lo studio
Come si legge su The conversation, un recente studio ha dimostrato che, durante il ciclo di vita di un prodotto (dall’astrazione di materi prime allo smaltimento), il totale delle emissioni di carbonio incorporate è 6,3 volte il peso del prodotto.
Negli ultimi decenni, gli abitanti delle parti materialmente più ricche del mondo hanno comprato e scartato frettolosamente molti oggetti. Negli Stati Uniti, per esempio, il consumo medio di roba è raddoppiato negli ultimi 50 anni e, nel 2019, i nordamericani hanno smaltito quasi 21 chilogrammi di rifiuti elettronici a persona.
Il consumo nei paesi più sviluppati ha portato al disboscamento su larga scala delle foreste della Terra, lasciando intatto solo il tre per cento degli ecosistemi mondiali.
Le soluzioni
Per contrastare il cambiamento climatico è necessario un cambiamento su larga scala. Fare uno sforzo per comprare meno durante le vacanze, però, potrebbe avere un impatto significativo.
Ad esempio, gli americani producono il 25% di rifiuti in più tra il giorno del Ringraziamento e il Capodanno, producendo circa otto miliardi di tonnellate di rifiuti. Basti pensare che solo per ogni chilogrammo di carta vengono prodotti 3,5 chilogrammi di anidride carbonica.
Ovviamente, non tutti siamo responsabili dell’inquinamento allo stesso modo. L’UNEP sottolinea che il 10% più ricco del pianeta contribuisce quasi al 50 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre il 50% più povero del pianeta contribuisce solo al 12 per cento delle emissioni globali.
Dunque, in vista delle feste si potrebbe prestare più attenzione agli acquisti di Natale. Per acquisti responsabili dobbiamo esigere informazioni sui prodotti, ad esempio le emissioni di carbonio del ciclo di vita. Inoltre, dobbiamo tutti impegnarci a resistere ai costanti appelli a consumare velocemente e a buon mercato, donando meno cose, più lentamente e in modo ponderato.