A Napoli, in via Carlo Poerio, nei pressi dell’elegante Riviera di Chiaia, esiste una libreria all’interno di una chiesa dismessa. Si tratta della libreria antiquaria Grimaldi & C. Editori; attiva dal 1978 e tra le più importanti realtà dell’editoria di pregio e dell’antiquariato libraio in Italia.
Scopriamo insieme la storia della chiesa e l’opera di recupero culturale e non solo, che ruota attorno ad essa.
Un breve accenno storico
La piccola chiesa, dedicata alla “Divina Madre della Divina Grazia”, venne eretta nel 1912. Però, dopo la morte dell’ultimo parroco, padre Tancredi, alla metà degli anni ’80, la chiesa versò in uno stato d’abbandono a cui solo l’intervento provvidenziale di Grimaldi, in accordo con la Curia di Napoli, ha potuto porre rimedio.
Gli spazi oggi occupati dalla libreria Grimaldi nella chiesa novecentesca sono due: da una parte, negli ambienti un tempo destinati alla sacrestia, vi è lo show room dedicato alle prestigiose edizioni della casa editrice. Dall’altra, dove un tempo sorgeva la cappella, che ancora conserva l’altare maggiore in marmo e gli splendidi decori in stucco e oro, vi è lo spazio espositivo destinato all’antiquariato, alla cartografia e al collezionismo librario.
Una libreria per riscoprire antiche e rarissime edizioni
La libreria Grimaldi, oltre per la bellezza della sua sede, è celebre per le splendide edizioni di pregio. Si tratta spesso di ristampe anastatiche di opere rarissime, fuori catalogo o pressocchè introvabili, legate alla storia, alla cultura e ai costumi napoletani.
Tra le opere più importanti pubblicate da Grimaldi, vanno certamente menzionati la stampa anastatica dell’edizione napoletana del 1793 del “Cuoco galante” di Vincenzo Corrado. L’opera in questione è rara e affascinante, ed è un vero e proprio manuale di cucina, ricettario, ma anche trattato del buon vivere e della cultura culinaria partenopea; il volume “Le strade di Napoli. Saggio di Toponomastica Storica” di Gino Doria, opera fondamentale per conoscere l’evoluzione urbana della città; nonché “Gouaches napoletane nelle collezioni private” di Lucio Fino, che consente di intraprendere un viaggio tra alcune delle vedute antiche più suggestive della città altrimenti precluso al pubblico.
Non ci resta che ammirare dal vivo questo piccolo e raro gioiello nostrano.
Stefano Cortese