mercoledì , 31 Maggio 2023
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Stop motori termici dal 2035: slitta di nuovo l’intesa. Bonomi ricorda la necessità di essere cauti

Lo scorso 7 marzo, il Coreper –  Comitato dei rappresentanti permanenti – Organo del Consiglio dell’Unione europea, ha deciso di rinviare il voto, con data da destinarsi, per quanto riguarda lo stop dei motori termici dal 2035. Già il primo marzo il voto era stato oggetto di rinvio. 

Il regolamento che prevede il fermo alla vendita di auto con motori endotermici, essenzialmente diesel e benzina, dal 2035 era stato concordato con il Parlamento europeo e approvato in linea di principio, con il voto contrario di Polonia e l’astensione della Bulgaria. Alla Polonia e all’Ungheria si è ultimamente aggiunta anche l’Italia, che fino a questo momento aveva dato il suo assenso. Resta in sospeso il voto della Germania che cerca un piano b. 

Da sottolineare che, allo stato attuale, l’Italia approva l’utilità dello stop, ma evita insistenti ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale. La decisione del Coreper di trovare una quadra, rinviando il tutto, rimarca la direzione di neutralità tecnologica indicata. Bisogna puntare a zero emissioni diCo2 nel minor tempo possibile, ma è necessario che gli Stati coinvolti si sentano liberi di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile, rispetto al mondo dell’elettrico. 

 

L’intenzione 

Inizialmente, secondo quanto stabilito dall’Unione Europea, a partire dal 1° gennaio del 2035, i grandi costruttori di automobili non dovrebbero vendere veicoli che producono emissioni di anidride carbonica allo scarico.

Di conseguenza, non sarebbe più possibile dall’anno indicato, immatricolare vetture con motore termico alimentato a benzina o a diesel. Saranno fuori dai giochi anche le vetture ibride, che al propulsore termico ne abbinano uno elettrico di sostegno. In quanto in questo caso le emissioni di anidride carbonica allo scarico non sono pari a zero. Resterebbe, la libera commercializzazione e immatricolazione solo di automobili elettriche.

L’Eurocamera, però, riconosce la natura inquinante di benzina e diesel di origine fossile ma non quella del motore a combustione in sé. Pertanto resta uno spiraglio per la produzione e immatricolazione di auto a combustione interna, purché alimentate da idrogeno verde, o carburanti sintetici climaticamente neutri.

I dettagli sui motori termici 

Un motore termico o motore a combustione è una macchina termica motrice. Ciò significa che sfrutta il calore come vettore energetico per la produzione di lavoro meccanico, come il gruppo turbogas, motore ad accensione comandata, motore ad accensione spontanea, motore a vapore.

Esistono due tipologie principali di motori termici:

  • motore a combustione interna: la trasformazione di energia termica in lavoro avviene all’interno della camera di combustione;
  • motore a combustione esterna: la trasformazione di energia avviene in un organo separato dalla camera di combustione, quale ad esempio il motore a vapore.
Con la riduzione dei giacimenti petroliferi, i motori termici sono destinati a essere utilizzati sempre più marginalmente e con combustibili alternativi che dovranno essere economici da produrre, a ridotto impatto sull’ecosistema e disponibili in quantità sufficiente per soddisfare le richieste del mercato mondiale.

Per quanto riguarda lo stop, è in linea anche Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, che di recente ha ribadito il proprio punto di vista, durante l’incontro dedicato al confronto sulla realizzazione dei progetti del Pnrr, con i sindaci delle Città metropolitane.

Il commento di Carlo Bonomi: stop ai motori termici

A tal proposito Bonomi ha dichiarato:

Noi abbiamo sempre dichiarato che condividiamo gli obiettivi: vogliamo un pianeta più pulito, più sostenibile, però lo spirito iniziale con cui avevamo condiviso questo percorso in Europa era della neutralità tecnologica. Nel momento in cui invece si fanno delle scelte dall’alto queste condizionano ovviamente le filiere industriali, il che vuol dire mettere a rischio la sostenibilità sociale. Se si fa questa scelta bisogna avere il coraggio di dire quale è l’impatto e come lo sosteniamo.

 

Attendiamo nuovi epiloghi.

Fonti: Rainewsit; Wikipedia; IlSole24ore;

 

Margherita Parascandalo

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