mercoledì , 31 Maggio 2023
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Oggi, la Giornata internazionale delle Nazioni Unite per il diritto alla verità sulle gravi violazioni dei Diritti Umani e per la Dignità delle Vittime: l’esempio di Monsignor Romero

Il 24 marzo, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite istituì la Giornata Internazionale per il Diritto alla verità sulle gravi violazioni dei diritti umani e per la dignità delle vittime. 

Molti sono gli scopi di tale commemorazione. Tra le principali azioni, risulta essenziale e di primo ordine, voler onorare la memoria di tutte quelle vittime di gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani, al fine di promuovere l’importanza del diritto alla verità e alla giustizia. Tra gli obiettivi statuari delle Nazioni Unite, vi è la volontà di rendere omaggio a coloro che hanno dedicato e perso la propria vita nella lotta per riaffermare i diritti umani. Tra questi, a cui è dedicata la giornata, come non citare Monsignor Oscar Arnulfo Romero, originario della Repubblica di El Salvador, assassinato proprio il 24 marzo 1980.

L’uomo ebbe la sola colpa, durante le sue omelie domenicali, di denunciare ogni tipo di violenza e ingiustizia perpetrata ai danni di chi chiedeva la fine della dittatura militare degli anni Settanta e Ottanta in El Salvador. 

La nascita e la storia dei Diritti Umani

La Dichiarazione universale dei Diritti umani venne adottata il 10 Dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, al fine di evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale.

«Il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità», pertanto è fondamentale che «i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione».

Al fine di evitare tali conflitti e violenze, la Dichiarazione sancisce i diritti inalienabili di ogni essere umano, senza distinzione di razza, sesso, religione, ideologia politica.

Dopo oltre 70 anni dalla sua pubblicazione, la Dichiarazione universale resta uno dei traguardi più importanti nella Storia del diritto internazionale. Promotore reale, nonché rappresentante cristiano dei diritti umani, fu il martire Monsignor Oscar Arnulfo Romero. 

Oscar Arnulfo Romero, missionario dei Diritti Umani 

Oscar Arnulfo Romero nacque a Ciudad Barrios (El Salvador), approfondendo poi in un secondo momento gli studi di sacerdozio a Roma. Nel 1977 venne nominato arcivescovo di San Salvador, scegliendo di vivere in una piccola stanza nella sagrestia della cappella dell’Ospedale della Divina Provvidenza, luogo molto umile dove venivano ricoverati i malati terminali di cancro.
Nel posto in cui risiedeva ed operava, purtroppo, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, ci fu una sanguinosa dittatura militare, a causa della quale morirono molti sindacalisti, catechisti, militanti, religiosi, contadini che chiedevano la fine della repressione.

Al di là e prima di Monsignor Romero, molte furono le azioni religiose e di ribellione per contrastare tali soprusi. Come quelle promosse da padre Rutilio Grande, vittima anche egli di un assassinio insieme a due catecumeni, appena un mese dopo il suo ingresso in diocesi; gesuita, amico e collaboratore di Romero, le sue missioni fecero da apripista all’azione di denuncia, che portò la Chiesa salvadoregna a pagare con il sangue. Dinanzi la crudeltà della repressione, Monsignor Oscar imparò a leggere il Vangelo nel suo tempo, con l’intenzione di mobilitare, in maniera, pacifica, il suo popolo.

Contro l’oppressione del popolo: la Santificazione

Circa due mesi prima che venisse ucciso, Mons. Romero disse: «La persecuzione è la conseguenza di questa scelta di assumere il destino dei poveri. La vera persecuzione è diretta contro il popolo povero, che oggi è il Corpo di Cristo nella storia». Parole e azioni mal digerite, dai suoi killer che il 24 marzo 1980, con uno sparo fermarono il cuore dell’arcivescovo, mentre stava celebrando la Messa.

A tal proposito, il 14 ottobre 2018 Papa Francesco, proclamò Santo monsignor Romero, fissando la sua memoria liturgica il 24 marzo di ogni anno, giorno della sua nascita al Cielo.

L’esempio e il coraggio di Romero, ci ricorda, che è sempre doveroso, attraverso azioni sincere, esse siano laiche o cristiane, difendere gli oppressi dalle multiformi vessazioni gratuite nei riguardi di ogni essere umano.
Margherita Parascandalo

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