mercoledì , 31 Maggio 2023
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Al via oggi la prima Giornata internazionale “Rifiuti-zero” proclamata dall’ONU

Debutta oggi la prima Giornata internazionale di “Rifiuti zero”, che prende il nome di International Day of Zero Waste. Proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 14 dicembre 2022, la ricorrenza è stata istituita per promuovere modelli di consumo sostenibili. Non solo. Tra gli obiettivi principali, c’è la volontà di sostenere il passaggio della società verso la circolarità, incrementando la consapevolezza su come le iniziative a zero rifiuti contribuiscano a perseguire gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta, nel settembre 2015, dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU.

Rifiuti zero 

Così come sottolineato dai vertici delle Nazioni Unite, il settore dei rifiuti contribuisce in modo significativo alla crisi planetaria del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e natura e dell’inquinamento.

Raggiungere l’obiettivo zero rifiuti, richiede un’azione molto mirata ma a più livelli: dall’estrazione delle materie prime alla progettazione dei beni, dalla produzione fino ai consumi. Favorendo metodi di produzione e trasporto meno dispendiosi in termini di risorse. Le Nazioni Unite ci ricordano che «i consumatori possono anche svolgere un ruolo fondamentale nell’azzerare i rifiuti cambiando le abitudini e riutilizzando e riparando i prodotti il ​​più possibile prima di smaltirli correttamente». Tutto questo, ovviamente, richiede un ecosistema funzionale, che parta dalla progettazione dei beni fino alla diffusione dei centri per il riuso.

I dati sugli sprechi

Nel mondo si generano ogni anno circa 2,24 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui solo il 55% viene gestito attraverso impianti controllati. Altresì, stando agli studi rielaborati dalle Nazioni Unite, entro il 2050 la quantità di rifiuti potrebbe salire a 3,88 miliardi di tonnellate all’anno.

Sono circa 931 milioni le tonnellate di cibo che vengono perse o sprecate: ben 14 milioni di tonnellate sono gli scarti di plastica che inquinano gli ecosistemi acquatici. I rifiuti, inoltre, come abbiamo sottolineato più volte, contribuiscono in modo significativo alle emissioni di gas serra nelle città, limitando le biodiversità. Secondo una previsione dell’ONU, potrebbe essere possibile che entro il 2040, finiranno negli oceani fino a 37 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica. 

Zero rifiuti: gli esempi virtuosi italiani 

Tra le iniziative per evitare che il nostro pianeta venga invaso dai nostri rifiuti, ricordiamo le iniziative e le campagne promosse attraverso l’app Junker e la startup SfusitaliaLa campagna intitolata “Ma quanto sei sfuso/a?” è iniziata con un sondaggio, per verificare il livello di consapevolezza della nostra popolazione in relazione anche all’acquisto di prodotti sfusi.

Ad oggi sono circa 5500 le persone che hanno compilato il questionario, dal quale è emerso che meno della metà dei partecipanti, frequenta negozi che vendono (anche) prodotti sfusi. Altro dato interessante è quello relativo a chi non compra prodotti sfusi: nella maggior parte dei casi, coloro che hanno compilato il questionario comprano prodotti preconfezionati, perché non riescono a trovare punti vendita specifici.

Fonti: Ansa; Economiacircolare

Margherita Parascandalo

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