300mila alberi in Toscana compenseranno la CO2. Precisamente in Val di Cecina, si tratterà soprattutto di olivi.
È la più grande opera contemporanea di rinverdimento condotta in Toscana, una delle più rilevanti a livello nazionale. Un progetto che mira a compensare 1.195.000 tonnellate di CO2 e che può diventare un modello in Italia. Ideato da Scapigliato Srl – la società che gestisce l’omonimo polo impiantistico di smaltimento dei rifiuti insieme al Comune di Rosignano Marittimo (Livorno) – con il supporto tecnico della cooperativa agricola Terre dell’Etruria, si chiama “Scapigliato Alberi”.
Con questo progetto l’azienda contribuirà così al Green Deal, il piano d’azione da 1.000 miliardi di euro promosso dalla Commissione Ue da realizzare entro il 2050 che punta ad un’Europa ad emissioni nette zero. In cui appunto le emissioni di gas serra antropiche vengano completamente compensate dalla capacità degli ecosistemi locali di assorbire CO2.
Le aree interessate
Quanto tempo ci vorrà per compensare la CO2?
Per quanto riguarda le aree interessate dalle colture produttive agrarie e dei Comuni ci vorranno 50 anni. Per il Polo di Scapigliato il periodo sale a 80 anni. In totale si tratta di un progetto da 3 milioni di euro.
Il bando aprirà a fine mese. Coltivatori diretti e imprenditori agricoli potranno farne richiesta, con un vincolo di 50 anni per la loro permanenza.
Dalla Toscana a tutta l’Italia
Come ha dichiarato Alessandro Giari, presidente e amministrazione delegato di Scapigliato srl:
“Se riusciamo a far passare il messaggio per cui si può espandere una attività ma in cambio dobbiamo “restituire” qualcosa all’ambiente, facciamo un grande passo in avanti”.
L’operazione fa parte del programma di conversione del polo impiantistico denominato “Fabbrica del Futuro”, finanziato con investimenti per oltre 70 milioni in dieci anni.
A Scapigliato sarà realizzato un biodigestore anaerobico per trasformare i rifiuti organici in compost e biometano. E non solo. Anche una “Fabbrica dei materiali” per valorizzare i rifiuti oggi non recuperabili. Ed un incubatore green dedicato alla creazione di nuove start – up a vocazione agricola e tecnologica, con l’idea di serre idroponiche per la produzione di ortaggi.
Insomma, questi 300mila alberi potrebbero diventare molti di più e compensare la CO2 in tutta Italia.