La consapevolezza di dover attuare un comportamento più responsabile per limitare il nostro impatto ambientale, passa anche per il beauty, privilegiando sempre di più cosmetici naturali, sostenibili ed ecologici.
Dobbiamo però prendere consapevolezza che un prodotto naturale non è per forza anche sostenibile.
Per definire un cosmetico sostenibile ed ecologico bisogna considerare un processo che va dalla sua fase di creazione alla sua fase di smaltimento. Infatti, si stima che il 40% delle emissioni di gas serra del settore derivino dallo smaltimento e dall’uso di prodotti che usiamo per la cura della nostra persona.
La filiera produttiva del settore bellezza si sta muovendo sempre di più verso una svolta “green”, nonostante il greenwashing. Per questo motivo dobbiamo imparare a riconoscere i cosmetici naturali, sostenibili ed ecologici da quelli che in realtà non lo sono.
In che modo? Scopriamolo insieme.
Riconoscere i cosmetici naturali da quelli sostenibili ed ecologici
Non è difficile cadere nella convinzione che un prodotto naturale sia anche sostenibile ed ecologico o viceversa.
Purtroppo sono concetti che non sempre vanno di pari passo.
Un prodotto cosmetico naturale, indica che è stato prodotto con ingredienti vegetali senza l’aggiunta di alcun elemento artificiale o sintetico, come i coloranti e i profumi. Ciò però non garantisce che sia anche sostenibile. Allo stesso modo, un prodotto sostenibile ed ecologico non è detto che sia per forza naturale.
Anche i cosmetici sostenibili possono essere creati con materie prime vegetali, ma devono provenire da agricoltura biologica, estratte senza pratiche che impattano sull’ambiente. Infatti, definiscono un cosmetico sostenibile ed ecologico i suoi processi di produzione e smaltimento. Inoltre, un cosmetico è ecologico e sostenibile se anche il packaging è creato con materiali riciclati.
Anche la fase di smaltimento deve essere sostenibile: pensiamo a quanti prodotti dobbiamo utilizzare per dover togliere del trucco dal nostro viso e quanta acqua dobbiamo sprecare per risciacquare i residui.
ICEA e i parametri di certificazione
Per essere sicuri di acquistare un prodotto cosmetico sostenibile, dobbiamo porre attenzione ad alcune indicazioni presenti sulla confezione. Vi sono degli istituti che certificano che un prodotto sia sostenibile, così come ICEA – Istituto per la certificazione etica e ambientale – .
Ecco, alcuni dei parametri da rispettare affinché un prodotto cosmetico possa considerarsi sostenibile ed ecologico:
- essere privi di sostante chimiche tossiche;
- utilizzare materie prime provenienti da agricoltura biologica;
- evitare l’uso di radiazioni ionizzanti od OGM;
- non testare i prodotti sugli animali;
- avere un packaging prodotto con materiale riciclato e riciclabile.
Altri istituti che certificano la sostenibilità di un prodotto sono Ecocert, CO.CO. NAT, CCP e AIAB.
Solo la presenza del marchio di questi istituti garantisce che il prodotto sia sostenibile.
La svolta delle aziende verso la cosmesi sostenibile
La sempre maggiore consapevolezza sulla questione ambientale, ha fatto si che il trend della cosmesi naturale e sostenibile sia in costante crescita.
In Italia, ad esempio, l’associazione nazionale delle imprese cosmetiche ha stimato che nel 2021 il mercato dei prodotti cosmetici e naturali ha fatturato oltre 6.367 milioni di euro. L’indagine condotta da questa ha anche osservato come il canale di vendita di cosmetici naturali sia legato per il 44,7% al mercato di massa; per il 18,7% ai saloni di bellezza; all’11,2% alle profumerie e il 10,3% agli e-commerce.
Tra i prodotti maggiormente acquistati abbiamo i cosmetici per capelli con il 33% delle vendite. A seguire: i prodotti per la cura della pelle con il 30,6% e il make up con il 23,2%.
Le aziende si stanno impegnando in primo luogo a ridurre i materiali di confezionamento, privilegiando materiali riciclabili e apponendo al packaging delle chiare indicazioni riguardo il loro smaltimento. Il mercato dei cosmetici si sta impegnando in prima linea a promuovere una cultura della consapevolezza, invitando i suoi acquirenti a non sprecare prodotti, a usarli nel modo corretto così come per smaltirli.
È stato inoltre fortemente diminuito l’impiego di gas nei cosmetici, privilegiando mousse la cui erogazione è determinata da un processo meccanico e non dalla presenza di propellente.
Infine, le aziende beauty stanno anche loro utilizzando “scarti” vegetali che grazie all’innovazione tecnologica diventano prodotti di bellezza.
Il punto di vista degli esperti
Secondo Michela Signoretto, Professoressa di Chimica industriale all’Università Ca’ Foscari di Venezia, gli avanzi agroalimentari si prestano molto bene per essere usati nella filiera cosmetica. Attuando dei processi selettivi affinché i prodotti alimentari possano essere inseriti nei cosmetici con efficienza, non si ha alcuno spreco. La Signoretto sottolinea anche come si debba considerare la stagionalità del prodotto per poterlo utilizzare in cosmetici sostenibili ed ecologici: sono da privilegiare materie vegetali con alto residuo e disponibili tutto l’anno. Risponde bene a ciò il carciofo, il cui 60% viene scartato e smaltito dai rivenditori.
Molta attenzione è stata posta anche sul riutilizzo dei gusci di nocciole: l’Italia ne è secondo produttore in Europa e la loro lavorazione genera molti rifiuti che possono trovare nuova vita nei cosmetici. Anche dal riso e dal vino si possono ottenere elementi quali vitamine e polisaccaridi con proprietà lenitive e antiossidanti per la pelle.
Viene anche consigliato di utilizzare prodotti alimentari che abbiamo in casa. Soprattutto le bucce della frutta e i fondi di caffè, per un minor impatto sull’ambiente e i nostri portafogli.
Morena Motariello
Fonti: Abenergie; Amametia; Cosmoderma